La gestione ordinaria dei top club di Serie A brucia cassa e spesso non basta nemmeno il ricorso a debiti (tra factoring e finanziamenti) o interventi degli azionisti per riequilibrare la situazione. Questo è quanto emerge da un'analisi offerta dal sito specializzato Calcio e Finanza: anche con la riduzione dell'emergenza nata a seguito della pandemia, i problemi di cassa dei club italiani rimangono comunque all'ordine del giorno. E nei bilanci al 30 giugno 2023 dei top club, così, emerge una situazione in cui le società bruciano ancora parecchi liquidi, principalmente per i pagamenti degli stipendi di calciatori, dipendenti e fornitori. 

In assoluto, la squadra che accusa il rosso più pesante nella specifica voce è la Juventus, che nel corso del 2022/23 ha visto la sua liquidità passsare da 70,3 a 49,4 milioni di euro, con un calo di circa 21 milione derivante tuttavia da una gestione che ha bruciato cassa per 183,2 milioni e ha portato ad un aumento di debiti per 162,3 milioni. Non a caso, dopo l’aumento di capitale del 2021/22, anche per il 2023/24 la proprietà del club bianconero (Exor, la holding degli Agnelli-Elkann) ha lan ciato un aumento di capitale da 200 milioni per aiutare anche dal punto di vista della cassa. Seguono la Roma con un meno 122 e l'Inter arrivata a -89 milioni nonostante la stagione da record in termini di ricavi da stadio con la cavalcata fino alla finale di Champions League che ha garantito entrate cospicue e costanti durante tutto l’anno. È servito così un nuovo intervento da parte di Suning, con 51 milioni versati nelle casse del club passando dal prestito di Oaktree agli Zhang.

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Sezione: Copertina / Data: Mer 01 maggio 2024 alle 17:00
Autore: Christian Liotta
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